Sessismo e sport, la parità di genere è ancora un miraggio

(lisavandorp/pixabay)

Le donne rappresentano oggi più della metà della popolazione mondiale, ma la lotta per l'uguaglianza continua a segnare il passo, anche nel mondo dello sport, dove la discriminazione di genere è fin troppo comune. Si moltiplicano di anno in anno i casi in cui gli sport femminili subiscono una certa forma di discriminazione, da parte dei media ma non solo. In molte latitudini del pianeta, gli sport femminili registrano una carenza preoccupante di attrezzature e di strutture adeguate. Insomma, il sessismo nello sport pare essere ancora radicato senza soluzione di continuità, nonostante gli sforzi profusi dalle istituzioni per ridurre il gap.

Nonostante il XXI secolo sia iniziato ormai da oltre 20 anni, occorre ancora lottare per il riconoscimento e la parità di trattamento per le atlete. Non è raro vedere nelle strutture sportive una disparità anche per quanto concerne le attrezzature per l'allenamento più elementari. Spesso, ad esempio, la sala pesi degli uomini è dotata di strutture evolute e all'avanguardia e di costose macchine per l'allenamento, mentre quella femminile è composta da attrezzature rudimentali e involute.

Gli Usa e l'amministrazione Biden hanno proposto di recente una nuova serie di regole del Titolo IX che amplierebbero le protezioni per gli studenti transgender nei college, anche per regolare la partecipazione degli studenti transgender nell'atletica. Il dipartimento condurrà un processo normativo separato che dovrebbe concentrarsi fortemente sulla partecipazione degli studenti transgender allo sport.

Le leggi sulla partecipazione degli studenti transgender allo sport stanno cambiando rapidamente in tutti gli Stati Uniti man mano che crescono le divisioni politiche sulla questione. Finora 20 stati hanno approvato una legislazione che vieta agli studenti transgender di partecipare a sport in linea con la loro identità di genere. Le leggi, tuttavia, in genere si concentrano sugli studenti delle scuole primarie e secondarie e non si applicano ai college.

La nuova proposta pubblicata la scorsa settimana sul titolo IX degli emendamenti sull'istruzione del 1972, vieterebbe la discriminazione basata sul sesso in tutte le scuole e college finanziati dal governo federale, vietando altresì la discriminazione e le molestie contro gli studenti sulla base dell'identità di genere e dell'orientamento sessuale. Il processo normativo separato sull'atletica, con particolare attenzione agli atleti transgender, è il primo ad essere emanato nella storia del Dipartimento dell'Educazione americana. Un ulteriore passo per allontanare qualsiasi forma di sessismo nello sport.

Per tanto tempo, lo sport è stato considerato appannaggio solo dell'uomo, sia come protagonista che come spettatore. Anche la stessa attività di scommettere sul calcio o sullo sport, è stata considerata un'attività da uomini. Oggi sono tante le donne che scommettono e che aprono account come bookmakers importanti come Fezbet, e che vivono lo sport con lo stesso entusiasmo e la stessa partecipazione degli uomini. Un chiaro segnale di come, la donna moderna, desidera oggi interessarsi di sport, viverlo da protagonista e da spettatrice, senza barriere psicologiche.

Anche l'omosessualità, per lungo tempo, è stata messa al bando in larghi settori del mondo dello sport. Oggi tanti paesi stanno approvando leggi mirate all'inclusione degli studenti LGBTQ. Sostenere la parità di accesso e inclusione è importante come non mai. Le nuove leggi riconoscono che gli standard per gli studenti che partecipano a squadre di atletica leggera maschili e femminili si stanno evolvendo in tempo reale, per questo motivo vengono fissate regole separate su come le scuole possono determinare l'idoneità pur mantenendo la garanzia di non discriminazione.

Sia i sostenitori che i critici degli atleti transgender sono sconvolti dal fatto che il dipartimento americano abbia emesso una serie separata di regole sugli atleti transgender. I sostenitori preferirebbero che l'amministrazione estendesse le protezioni globali per gli atleti transgender attraverso il Titolo IX invece di regolamenti estesi, mentre i critici sostengono che le protezioni per gli atleti transgender dovrebbero essere eliminate.

Si tratta di tematiche divisive che spesso sono state terreno di scontro tra forze politiche di diverse vedute e dalla diversa impostazione ideologica sul tema dell'inclusione.

La leadership e il processo decisionale sono tra le principali sfide che lo sport deve affrontare in termini di uguaglianza di genere. L'idea di equità di genere è condivisa da molti e spesso citata in diversi documenti istituzionali, ma in realtà poco si è fatto finora per abbattere queste barriere di ordine culturale e psicologico.

In Italia, in oltre 44 federazioni sportive c'è una sola donna al vertice, la neoeletta Antonella Granata, prima donna presidente di una federazione sportiva nazionale nella storia, Squash. Nel complesso, le vicepresidenti donna della federazione sono passate da 4 a 13, ma manca un reale potere decisionale attribuito proprio alle donne, che continuano ad occupare un ruolo subalterno rispetto agli uomini. Sfortunatamente, anche in Europa, la situazione è critica, con una sola donna presidente (Hockey) contro 27 rappresentanti del sesso maschile.

Il CIO (Comitato Olimpico Internazionale) si è posto l'obiettivo di raggiungere la parità di genere ai Giochi Olimpici di Parigi 2024. Alle Olimpiadi di Tokyo 2020 è stato raggiunto il 49% delle atlete. A seguito della recente dichiarazione del CIO in termini di uguaglianza di genere, così com'è, le donne rappresentano il 37,5% tra i membri del CIO, il 33,3% nel comitato esecutivo del CIO e il 47,8% tra i membri delle commissioni del CIO. Mentre le donne impiegate nell'amministrazione del CIO rappresentano poco più della metà del totale (il 53 per cento).

Per quanto riguarda gli sport praticati, il movimento femminile è complessivamente in crescita. Ad aprire la strada c'è il calcio femminile la cui visibilità ha registrato una forte crescita in Italia, soprattutto dopo i Mondiali del 2019 che hanno riscosso un grande successo negli ascolti e sono stati un vero e proprio spot per uno sport emergente. Le ragazze della Nazionale di Milena Bartolini hanno fatto innamorare gli appassionati di calcio italiani che fino ad allora si erano interessanti solo alla “versione” maschile di questo sport. Sono pronti a farci rivivere le emozioni di due anni fa, per via della qualificazione ai prossimi Euro 2022 in Inghilterra.

Allo stesso tempo, le giocatrici di calcio femminile stanno ultimamente ottenendo maggiore visibilità: ad esempio, nei club di Serie A, sono finalmente al fianco delle colleghe maschili nella presentazione del kit della nuova stagione. Tuttavia, c'è molta strada da fare. Prevale ancora la visibilità offerta dai media al lato maschile dello sport.

Le atlete italiane degli sport invernali hanno ottenuto dei successi strepitosi, occupando stabilmente i primi posti in classifica nella Coppa del Mondo e nel corso delle Olimpiadi invernali. Per il loro talento e le importanti vittorie raccolte negli ultimi anni in Coppa del Mondo di Sci Alpino, hanno ricevuto elogi e riconoscimenti a livello internazionale. Sofia Goggia, Marta Bassino e Federica Brignone nello sci alpino, Dorothea Wierer nel Biathlon, Arianna Fontana nello short track e Micaela Moioli nello snowboard, rappresentano il gotha dello sport femminile. Senza contare che le snow golden girls sono state ambasciatrici della candidatura olimpica Milano-Cortina 2026, non solo per meriti sportivi ma anche per le loro apprezzate doti comunicative.

Il divario retributivo di genere

Un tema cruciale connesso alla parità di genere è quello relativo al divario retributivo, cioè la differenza di remunerazione fra atleti uomini e donne. Secondo un recente rapporto di Deloitte, il divario di genere sportivo si sta riducendo progressivamente, ma in maniera lenta.

Lo sport femminile sta ricevendo negli ultimi anni una maggiore monetizzazione, ma l'elemento chiave sarà comunque quello di attirare un pubblico sempre più vasto nel corso degli eventi sportivi femminili, e di conseguenza avere anche maggiori introiti pubblicitari. Se in futuro crescerà la visibilità e il valore in termini di sponsorizzazioni, allora il divario potrà ridursi sensibilmente, altrimenti occorrerà aspettare ancora tanti anni. Per far sì che tutto questo avvenga, l'intero settore sportivo, ovvero federazioni, leghe, squadre e sponsor, dovranno investire molte risorse e opportunità per lo sport femminile.

Purtroppo nello sport è raro un uguale riconoscimento economico tra uomini e donne. I grandi tornei di Tennis ad esempio, come quelli del Grande Slam, vantano il medesimo montepremi sia per gli eventi femminili che per quelli maschili. Il tennis è anche l'unico sport a riunire le sole due atlete incluse nella lista delle atlete più pagate al mondo, che sarebbero la tennista Naomi Osaka e Serena Williams. Anche nel calcio, nel basket e nel volley, le differenze tra i guadagni fra uomini e donne è sostanziosa. L'unico sport che garantisce guadagni mirabolanti anche alle donne, è il tennis.

Il ruolo dei media

I media svolgono un ruolo nevralgico per il futuro degli sport femminili. Le imprese compiute nel corso degli anni da parte delle atlete di sesso femminile, sono state sempre relegate in secondo piano, mentre è stato dato un grande risalto ai record e ai successi degli atleti uomini.

Molto probabilmente, ciò è dovuto al fatto che la grande maggioranza dei giornalisti sportivi sono uomini. E' infatti arcinoto che il giornalismo sportivo sulla carta stampata è fatto in prevalenza da uomini con oltre il 90% degli articoli scritti da giornalisti maschi.

Oggi, per fortuna, qualcosa sta lentamente cambiando: più spazio è dedicato ai risultati sportivi femminili e all'esplorazione della vita delle atlete. Lodevole anche l'iniziativa del Telegraph che ha dedicato al mondo dello sport femminile un canale tematico, il Telegraph Women's Sport, una piattaforma dedicata alla copertura sportiva femminile e una significativa vetrina di approfondimenti. Si tratta di una iniziativa finalizzata ad accrescer la visibilità, celebrare le atlete, ampliare il pubblico e attirare più sponsor.

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