Ostuni, Emergenza sanitaria Ospedale: lunedì 15 gennaio nuovo vertice presso la direzione ASL di Brindisi per le sorti della struttura

OSTUNI (BR). Il nuovo anno è arrivato, ma le promesse fatte due mesi fa durante l’ultimo incontro tenutosi il 20 novembre scorso con Giuseppe Pasqualone, Dirigente della ASL brindisina, non sono state mantenute. Tornano a chiedere spiegazioni in merito al grave sottodimensionamento che da tempo caratterizza negativamente la struttura ospedaliera ostunese, il sindaco Gianfranco Coppola e l’assessore alle Politiche Sociali Antonella Palmisano, che incontreranno nuovamente il Direttore Pasqualone lunedì 15 gennaio, per illustrare una situazione di emergenza che si rende sempre più preoccupante. 
All’elenco delle criticità riscontrate sinora, si aggiungono nuove problematiche che rendono la situazione interna alla struttura ospedaliera sempre più preoccupante. Al contrario di quanto assicurato tempo fa dalla ASL brindisina, non c’è stato sufficiente incremento di personale medico nel reparto di Chirurgia, che per due mesi ha sospeso i ricoveri, e in Ortopedia, dove attualmente il servizio pomeridiano è svolto in regime di reperibilità. Non è avvenuto il perfezionamento dell’organizzazione interna ai reparti di Pediatria e Cardiologia, dopo il declassamento da unità complesse a semplici operato lo scorso anno. Smentite dai fatti inoltre le rassicurazioni sulla sostituzione del dott. Rocco Flore, unico responsabile dell’ambulatorio di Ginecologia, andato in pensione alla fine dell’anno e non ancora rimpiazzato. Continua a incombere l’enigma sui tempi di consegna della nuova piastra e l’allestimento del nuovo Pronto Soccorso, sovraccarico delle emergenze che convergono numerose. Insufficienti i dodici posti letto in Pneumologia, dove giungono continuamente pazienti che devono essere trasferiti altrove. Tre unità del laboratorio analisi sono state trasferite a Brindisi, con la conseguente riduzione dell’orario di funzionamento, ridotto alle ore mattutine. 
"Non possiamo che prendere atto del mancato sostegno da parte delle istituzioni sanitarie" dichiara il sindaco Gianfranco Coppola "e ci rendiamo sempre più conto che il nostro Ospedale è stato condannato a una imminente chiusura. Ai problemi che da tempo affliggono la struttura, si aggiunge la mancata nomina di uno specialista responsabile del reparto di Ginecologia, il trasferimento a Francavilla Fontana di un medico che svolgeva un ruolo fondamentale nel nostro reparto di Ortopedia, non ancora sostituito, la contrazione dell’orario di lavoro per il laboratorio analisi. Se l’intenzione è quella di chiudere l’Ospedale di Ostuni adesso esigo che venga esplicitamente detto. Sono nuovamente disposto a rappresentare al Direttore Pasqualone quelle che sono le difficoltà tangibili del nostro Ospedale, ma non accetto più di essere preso in giro. Ritengo con convinzione che il Piano di Riordino ospedaliero varato ormai quasi un anno fa dalla Regione Puglia, almeno nella Provincia di Brindisi si sia rivelato oggettivamente fallimentare. Sarà pure più stabile il bilancio della sanità pubblica, ma posso dire con certezza che i costi in termini di diritto alla salute dei cittadini ostunesi sono diventati insostenibili. Se sarà necessario seguiremo l’esempio di qualcuno, presentando denuncia alla Procura della Repubblica. Siamo decisamente stanchi di ascoltare bugie, che – conclude Coppola –  serviranno a trascinare questa situazione penosa fino alla campagna elettorale, quando forse qualcosa potrà cambiare. Per quanto mi riguarda, continuo a dire che impedirò questo tipo di sciacallaggio politico ai danni della gente comune e che sono pronto a lottare con tutte le armi a mia disposizione". 
"In merito alla situazione della RSSA Pinto-Cerasino, nonostante l’emendamento ratificato in Regione per risolvere le difficoltà economiche pregresse" spiega l’assessore Antonella Palmisano "non giunge alcuna notizia certa dai vertici, che si trincerano dietro ipotetici approfondimenti e chiarimenti non ancora noti, continuando a penalizzare il benessere e la tutela delle fasce deboli, negando loro sicurezza e serenità per l’avvenire".
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Daniele Martini

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